Il progetto ‘la voce degli “attori” della scuola’ è nato in modo spontaneo, in uno dei periodi più complicati negli ultimi decenni per la scuola e per chi la scuola la vive realmente, lavorandoci e dedicando le proprie energie e i propri sforzi. Il progetto ha uno scopo divulgativo, vuole mostrare cosa ha significato e cosa sta significando la scuola portata dentro le case. Abbiamo intervistato docenti, studenti e genitori. Tutti hanno lasciato un prezioso contributo, portando le proprie esperienze e facendo sentire le proprie voci.
“Durante il periodo emergenziale il ruolo del Dirigente Scolastico si è arricchito di nuove responsabilità. Dall’organizzazione della DAD, alle aggiuntive disposizioni per la garantire la sicurezza, alla gestione dello smart working del personale di segreteria, all’aumento esponenziale di misure amministrative e burocratiche da gestire.
E’ altresì accresciuta la necessità di realizzare forme di comunicazione idonee e pregnanti. Uno dei principali impegni iniziali è stato senz’altro quello di individuare le modalità per assicurare la garanzia e la qualità del servizio di istruzione, con la consapevolezza di non poter disporre di spazi, tempi, modalità e strumenti soliti. C’era anche il timore che ne risentissero le relazioni nella comunità scolastica.
Le difficoltà iniziali hanno poi anche riguardato il reperimento di risorse e la realizzazione di “alleanze” con gli Enti locali e con le famiglie.
Nel nostro territorio canavesano possiamo contare su una rete di collaborazione formale e informale tra dirigenti scolastici che ha rappresentato un importante supporto nei momenti più difficili.
Personalmente, dovendo agire anche in una istituzione scolastica in reggenza, ho visto accrescere i compiti e le responsabilità con turni di attività lavorativa molto intensi e spesso stressanti. Posso comunque contare su uno staff di direzione che ha assunto un importante ruolo propositivo.”
“L’Istituto Comprensivo di Favria da anni opera per promuovere l’innovazione didattica. Si è puntato e si punta molto sulla formazione dei docenti, grazie ad un attivo staff di direzione ed alla valida opera dell’animatore digitale. L’Istituto era già dotato delle opportune credenziali di GSUITE For EDUCATION, portale anche consigliato dal Ministero. Pertanto non si è dovuto attivarne con urgenza le funzionalità. Sin dai primi giorni di interruzione delle attività in presenza si sono predisposte procedure per la didattica a distanza, prima con l’utilizzo preponderante di attività asincrone e successivamente, soprattutto da metà marzo 2020, anche con video lezioni principalmente attraverso Classroom. E’ stato predisposto uno sportello S.O.S per la soluzione di problematiche tecniche dei docenti e si sono effettuati corsi di formazione per il personale che non aveva competenze digitali sufficienti ad affrontare la sfida della DAD.
La programmazione collegiale non è mai stata interrotta, si è realizzata in modalità di videoconferenza per continuare a confrontarsi su metodologie e strumenti. Il Collegio dei docenti del 12 marzo 2020, con la presenza di quasi 160 insegnanti si è realizzato in modalità a distanza, testando da subito il sistema messo in campo.
Alle famiglie sprovviste di devices si sono fornite le apparecchiature in possesso dell’Istituto e poi se ne sono acquistate altre per coprire i bisogni crescenti sino a giungere alla distribuzione di 101 tablet e pc.
Reputo che le risorse umane e finanziarie che negli anni sono state impiegate nel campo dell’innovazione abbiano dato buoni frutti in questa circostanza.
Posso affermare che l’impegno dei docenti nel reiventarsi “a distanza” è stato encomiabile. Anche nelle scuole dell’infanzia i docenti hanno continuato a proporre le attività per i più piccoli attraverso vari sistemi (es. Paldet-Screencast-o-matic) .
Le attività di continuità tra gradi scolastici non sono state tralasciate, in vista del prossimo a.s., ed anzi si è sopperito alla mancanza di relazionalità diretta attraverso video autoprodotti e incontri in Meet.
Le comunicazioni con le famiglie, di importanza vitale in questa fase, sono avvenute sia attraverso i canali ufficiali, sia attraverso i social (L’IC ha una propria pagina FB).
Non sono mancate occasioni per rendere protagonisti gli studenti. Citerò ad esempio la ricorrenza del 25 Aprile: si sono realizzati video poi uniti in una presentazione unica volta a ricordare l’importanza del valore della libertà collegato all’attuale periodo difficile.
Penso sia anche importante sottolineare che per gli alunni con bisogni educativi speciali si sono attivati canali preferenziali di seguimento individualizzato. Da sempre puntiamo molto su un’inclusione che si tramuti in concrete azioni educative.
L’ IC ha poi avuto modo di partecipare alla fase regionale del Premio ministeriale Scuola Digitale, dopo aver vinto la fase provinciale con il progetto “Io Cittadino Attivo Programmare per apprendere”. Il terzo posto finale è stato un grande riconoscimento per l’impegno dei docenti e degli alunni in un progetto extracurricolare che ha puntato allo sviluppo delle competenze digitali e di Learning by doing and by creating.”
“I docenti sono stati coinvolti sia con la formazione strutturata a cura dell’IC, sia attraverso l’offerta di occasioni formative di qualità proposte da reti di scuole, da enti ministeriali e da agenzie formative. Il nostro PTOF prevede un preciso piano di aggiornamento del personale.
Il tutoraggio si è realizzato soprattutto a cura del team digitale e dello staff di direzione. Come ho già affermato, la programmazione a livello di team docenti non si è mai interrotta e questo ha favorito il confronto, pur nella libera scelta garantita costituzionalmente.
Si è anche predisposto un reposity di buone pratiche cui attingere.”
“Le famiglie hanno dato un grande apporto alla DAD. Sono stati principalmente coinvolti i rappresentanti di classe, cui va tutta la nostra gratitudine per il lavoro di collegamento realizzato.
Si sono comunque usati vari canali, da quelli istituzionali (sito web, registro elettronico) a quelli più informali (social).
Si sono anche realizzate riunioni a distanza per acquisire pareri e rilevare criticità.
E’ stato a volte complesso raggiungere certe famiglie più in difficoltà, si è quindi utilizzato l’ausilio dei servizi socio assistenziali e si è aderito ad un progetto promosso dalla Compagnia di San Paolo per supportare i casi a rischio di dispersione scolastica.
È stato anche attraverso il rapporto diretto dei docenti con i genitori che si sono superati ostacoli comunicativi.”
“Le relazioni si sono mantenute soprattutto con i meet. Con i più piccoli si è dovuto richiedere un particolare impegno delle famiglie e si è puntato soprattutto a mantenere ritmi e routine scolastiche riviste alla luce della DAD.
Con i ragazzi della scuola secondaria il rapporto è stato facilitato dalle maggiori competenze digitali e dal grado di autonomia posseduto.
Non si è ritenuto di utilizzare sistematicamente canali quali WhatsApp o contatti telefonici per rispettare il ruolo istituzionale della Scuola e le norme sulla riservatezza dei dati. In casi particolari, quando gli altri strumenti non erano sufficienti o funzionali si è ricorsi anche a questa modalità.
Si è stabilito, fin da subito, nella scuola dell’infanzia e primaria di dare particolare importanza all’incontro per lo scambio di impressioni ed emozioni attraverso i video incontri, piuttosto che utilizzarli per la sola trasmissione di contenuti disciplinari.”
“Le difficoltà principali sono state di tipo “tecnico”, dovute ai problemi di connessione per lo scarso apporto delle reti a disposizione in alcune zone. Si è superato con buoni risultati, invece, la carenza di devices, grazie agli acquisti e alla distribuzioni anche in collaborazione con alcune sezioni di Protezione Civile .
Da metà aprile, la disponibilità di un assistente tecnico assunto grazie alle nuove disposizioni ministeriali, ha risolto molti dei problemi legati appunto ai disguidi segnalati.
L’organizzazione della DAD, invece, è stata sì molto impegnativa ma, grazie alla collaborazione dei docenti e delle famiglie, si è potuto procedere con buoni risultati.
Rimane preoccupante il problema di quegli studenti che, nonostante tutti gli sforzi compiuti, sono stati completamente o quasi assenti in questa fase. Sebbene siano un numero assai ridotto, la scuola ha un ruolo sociale che non va mai dimenticato e non si può pensare di lasciare indietro qualcuno. La relazione e il continuo supporto in classe attiva strategie che più facilmente portano all’inclusione dei più deboli. A “distanza” le azioni si riducono notevolmente e l’attività realizzata a volte non ha sbocchi efficaci.
I docenti hanno spesso rilevato la criticità della carenza di relazioni tra i pari, aspetto sul quale la formazione scolastica punta molto per l’acquisizione di competenze civiche. Sarà sicuramente uno degli obiettivi del prossimo anno scolastico il recupero di queste competenze sociali, più ancora di quelle culturali, soprattutto per le fasce di età dei più piccoli.”
“La mia valutazione è positiva. Penso che sia stato per tutti un percorso ad ostacoli e che il lavoro sia triplicato ma vedo anche che si sono aperte nuove strade non sperimentate precedentemente. Occorre non disperdere i punti di forza, tornando ad un insegnamento solo di tipo tradizionale perché credo che anche gli alunni siano cambiati nell’approccio alla scuola e questo andrà tenuto in considerazione.”
“Come ho detto, gli aspetti positivi sono dati dal generale sforzo propositivo che la scuola ha messo in atto; potrei chiamarla “spinta creativa”.
Nella consapevolezza che nulla può sostituire appieno ciò che avviene in presenza in una classe, si tratta pur sempre di dar vita ad un ambiente di apprendimento, per quanto inconsueto nell’esperienza comune, da creare, alimentare e rimodulare di volta in volta. Aspetti positivi possono essere rintracciati nell’aver indubbiamente migliorato la competenza tecnologica di docenti, genitori e alunni; nell’aver rinsaldato la collaborazione scuola-famiglia; nell’aver consentito l’individualizzazione dell’insegnamento. Un dato positivo è determinato dalla circostanza che gli alunni più timidi, introversi, di solito gregari all’interno del gruppo classe, hanno sortito risultati di apprendimento migliori rispetto alla didattica in presenza.”
“La famiglia con la DAD ha dovuto sostenere un ruolo più attivo nel processo formativo degli alunni.
Gli apprendimenti si sono ridefiniti sulla base dei nuclei fondanti previsti dalle Indicazioni Nazionali del 2012. Si sono dovute implementare nuove metodologie.
Certamente la situazione di emergenza ha portato a una riprogrammazione “in corsa” ma non si sono trascurati gli obiettivi fondamentali.
La fase più complessa ha invece riguardato la valutazione. Su questo punto la riflessione va ancora approfondita per superare certi schematismi che puntano al risultato sommativo più che al livello formativo.”
“Uno degli aspetti è appunto quello di avere linee guida sulla valutazione, l’altro è sicuramente quello di trovare migliori soluzioni alla mancanza del rapporto affettivo con i docenti e alla scarsità delle relazioni interpersonali dal vivo con il gruppo dei pari. Noi abbiamo anche attivato uno sportello psicologico di supporto ma il sostegno in questo campo è ancora insufficiente. Qui occorre una vera strategia di intervento globale.”
“La ripartenza a settembre è resa problematica dalla situazione logistica: spazi, attrezzature, tempi e soprattutto organico a disposizione che, al momento, non è adeguato.
La prospettiva attuale è quella di organizzare un rientro a piccoli gruppi, a turno.
Le scuole della nostra zona hanno ambienti piccoli e va garantita prima di tutto la sicurezza degli utenti e del personale.
Si sta già lavorando per trovare soluzioni che andranno in ogni caso condivise con gli Enti locali e con la comunità educante.
Non scarto l’ipotesi di continuare con alcune attività di DAD.
Lo stato d’animo principale è per ora dominato dall’incertezza, da un lato si vorrebbero fornire dati precisi ma dall’altro ci si rende conto della difficoltà organizzativa legate alle strutture e alla diffusione non sempre controllata di notizie non ufficiali.
E’ invece la fiducia nell’impegno dei docenti e del personale ATA quello che mi porta a intravedere la possibilità di tornare a una scuola che, nel frattempo, avrà fatto tesoro di questa esperienza cosi particolare e coinvolgente.
Non condivido le molte critiche avanzate alla DAD: pur non sostituendosi alla didattica in presenza, credo che si siano sperimentati anche nuovi approcci formativi che possono essere mantenuti ed ampliati in futuro, quali per esempio la dilatazione dei tempi di riflessione personale e la personalizzazione dell’insegnamento che in molti casi ha prodotto risultati positivi non previsti; una situazione da Flipped School, si potrebbe dire, da scuola capovolta, dove quasi tutto viene rimescolato e molto viene reinventato. Possiamo prenderne spunto per il miglioramento continuo.”
Trovate tutti i contributi al progetto ‘la voce degli “attori” della scuola’ a questo link.
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